La "Circe della Versilia" accusa la figlia Tamara del delitto di Luciano Iacopi
Attualità martedì 5 giugno 2012 1Il settimanale Oggi anticipa i contenuti di un libro sul caso scritto da Mario Spezi. "Fu lei a telefonare a Marco Portigati"
Luciano Iacopi fu trovato ucciso con 17 pugnalate il 17 luglio 1989 a Forte dei Marmi.
Da più di vent'anni sua moglie Maria Luigia Redoli è in carcere a scontare l'ergastolo a cui è stata condannata come mandante (mentre l'ex amante Carlo Cappelletti sarebbe stato l'esecutore). Adesso però la cosiddetta Circe della Versilia, che si è sempre proclamata innocente, accuserebbe implicitamente del delitto la figlia Tamara.
Lo sostiene il settimanale Oggi, in edicola da domani, che anticipa i contenuti del libro "Nel buio di una notte di luglio" (Mondadori), scritto da Mario Spezi. Spezi a Oggi dice: "Se quel che la Redoli ha detto è vero é devastante. Se non è vero è atroce".
In pratica, Maria Luigia Redoli, per la prima volta e contrariamente a quanto dichiarato all'epoca al magistrato, nega di essere stata lei a fare una famosa telefonata al cartomante di Viareggio Marco Portigati, che era stato pagato inutilmente per ingaggiare gli assassini del marito, al fine di recuperare i soldi: perché loro (i killer, ndr) non c'entrano. Telefonata considerata una delle prove a suo carico.
"Quella telefonata - racconta oggi la Redoli secondo quanto riferisce il settimanale - non l'ho mai fatta. Quella era la voce di Tamara. Ho avuto tanto tempo per pensarci e ora sono certa che le cose andarono così: lei, mia figlia, e quell'altro (l'amante Carlo Cappelletti, ndr) se la intendevano; hanno ballato tutta sera. Per tanto tempo non li ho più visti. Potevano anche prendere la macchina e andare a casa".
Per Oggi, il sottinteso di questa dichiarazione è: a compiere il delitto. "Oggi" ha raccolto anche la reazione di Tamara Iacopi: "Non voglio ripiombare nell'incubo che ho vissuto. Se mia madre è impazzita, non posso ancora una volta andarci di mezzo io".
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Non ci si crede!!!